Un microscopico frammento di bucchero con la scena di una donna nell'atto di dare alla luce un bambino. L'iconografia del parto nel mondo antico e' rara e il frammento è considerato il più antico mai rinvenuto nella regione del Mediterraneo. Datato tra 650 e 575 avanti Cristo e presentato al pubblico attraverso una lente di ingrandimento, il minuscolo oggetto e' esposto da oggi nella mostra Rethinking Etruria allestita fino al 20 luglio nelle gallerie dell'Isaw (Institute for the Study of the Ancient World) di New York. Curata da Roberta Casagrande-Kim, la rassegna punta i riflettori su materiale da poco scavato in due siti archeologici italiani - il santuario di Poggio Colla nel Mugello e la tomba Lattanzi di Norchia - e come queste scoperte, insieme a nuovi approcci digitali, abbiano portato a nuove introspezioni sugli etruschi e sulla loro cultura. Con circa 50 oggetti - alcuni scavati nel 2024 e altri mai esposti prima d'ora - la mostra da' forma alla visione contemporanea della società etrusca, amplificando le voci del suo popolo e approfondendo la loro cultura attraverso i gesti e le loro stesse parole.
Il frammento con la scena del parto viene da un tipo di ciotola comune in siti dell'Etruria centrale e settentrionale. Nella mostra è esposto accanto a una replica stampata in 3D della monumentale stele di Vicchio e a materiale interattivo per la lettura della sua iscrizione che menziona le divinita' femminili Uri e Thanr. Nel sito in Mugello, 25 chilometri a nord di Firenze, scavano da 30 anni archeologi americani che hanno portato in luce resti un insediamento e di un santuario. "Sappiamo meno degli etruschi perché ci è rimasto meno del loro mondo scritto. Una delle cose straordinarie che fa l'Isaw è mettere insieme filologi, storici dell'arte e archeologi, e tutto questo lo vediamo negli oggetti della mostra di oggi", ha detto il nuovo direttore Greg Woolf ringraziando le Soprintendenze italiane - quella per la Provincia di Viterbo e per l'Etruria Meridionale e l'altra per per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato che hanno concesso i permessi e accompagnato i pezzi a New York. La sezione su Poggio Colla è curata da Gregory Warden, fondatore e principale ricercatore del Mugello Valley Project quest'anno arrivato al giro di boa dei primi 30 anni, da Michael Thomas dell'Universita' del Texas a Dallas e co-direttore degli scavi, e da Maurizio Forte, professore alla Duke University. Su quella di Norchia, dove dal 2018 sono ripresi i lavori di scavo e restauro, in particolare nel settore Lattanzi con concessione da parte del Ministero della Cultura all'École Normale Supérieure, ha lavorato il francese Vincent Jolivet. Nel settore della necropoli, che si attesta sul versante nord occidentale del pianoro e prende il proprio nome dalla monumentale tomba Lattanzi, sono stati individuate numerosi sepolcri, tra cui spicca la tomba 3 che ha restituito, tra i materiali, lo splendido vaso (stamnos) con scene tratte dai poemi di Omero esposto a New York accanto al resto dei materiali del corredo funerario.
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