(di Mauretta Capuano)
Ha sempre viaggiato "con
l'idea di non comprare il biglietto di ritorno" Bjorn Larsson,
tra i più conosciuti e amati scrittori svedesi anche in Italia,
diventato famoso con il longseller 'La vera storia del pirata
Long John Silver' (Iperborea) che continua a vendere 5 mila
copie l'anno a quasi trent'anni dall'uscita.
Ma, "quando arrivi in un altro posto non è comunque detto che
sia quello giusto per te. A 15 anni sono andato in Arizona,
avevo una borsa di studio e ho sentito subito che gli Stati
Uniti non erano il luogo per me e non lo sono tutt'ora, non
soltanto per Trump. È una società che ha un solo valore: i
dollari" dice Larsson che parla un ottimo italiano. Premiato in
Sardegna, a Porto Cervo, con il Premio Internazionale Costa
Smeralda 2025, con la direzione artistica di Stefano Salis, si
sente "onorato per la qualità della giuria (composta da Lina
Bolzoni, Marcello Fois, Elena Loewenthal eChiara Valerio ndr).
I premi dipendono dai giurati. Ho fatto parte di giurie dove la
metà dei componenti non leggeva neppure un libro".
Appassionato velista, filologo, traduttore, a lungo insegnante
di letteratura all'Università di Lund, Larsson ha vissuto per
anni a bordo di una barca che è diventata anche protagonista
del suo romanzo I sogni del capitano. I suoi libri da Il cerchio
celtico a La vera storia del pirata Long John Silver sono stati
opzionati per diventare film, "ma poi la lavorazione non è mai
andata avanti. Quello del cinema è un altro mondo. Ho detto no a
Hollywood per il Pirata di cui volevano i diritti per tutto, un
film, un fumetto, il merchandising. Mi davano un milione di
euro. Ma quello che ho mi basta, non posso accettare una cosa di
questo tipo" dice lo scrittore.
Smentisce anche di essere "un grande viaggiatore. Non è
totalmente vero perché mi sono limitato ad andare nei paesi di
cui parlo la lingua. Non voglio essere il turista che non
capisce niente, che non può leggere i giornali, guardare la tv.
Sono sempre stato in paesi dove ho potuto parlare e incontrare
la gente. È questo il viaggio per me, è scoprire l'altro e
rimanere. In questo la barca è davvero ideale, ti da questa
libertà".
Cosa pensa dell'overtourism che sta distruggendo le città? "È un
po' come l'idea assurda che tutti leggano lo stesso libro. Ho
visto una pubblicità in una Feltrinelli: 'il libro di cui tutti
parlano'. Questo è il motivo per me per non leggerlo. C'è una
mancanza di originalità come nei grandi flussi turistici, tutti
fanno la stessa strada e le stesse cose" spiega all'ANSA lo
scrittore che ora vive la maggior parte del tempo a Sedriano, un
piccolo comune di 16 mila abitanti della città metropolitana di
Milano, con la sua compagna salentina.
Superati i 70 anni, Larsson dice che "scrivere è come navigare.
In entrambi i casi ci si confronta con l'incertezza che è il
nostro problema principale oggi. Quando scrivi non sai mai se
arriverai alla fine. Ho iniziato una decina di romanzi che poi
ho lasciato incompiuti. Non c'è una ricetta. Non c'è un
masterchef della letteratura. Il romanzo è vita, non è idee"
sottolinea lo scrittore che ha un grande senso dell'ironia.
Letteratura o no, gli piacerebbe essere ricordato "come qualcuno
che ha cercato di fare il bene dove si poteva, senza arrivare al
livello di Papa Francesco" dice sorridendo. "Un Pontefice del
quale avevo molto rispetto. In questo mondo era l'unica voce che
parlava di pace. Per il resto l'ipocrisia è totale e questo è
triste".
Il suo ultimo libro, 'Filosofia minima del pendolare',
pubblicato all'inizio del 2025 in Italia da Iperborea come tutti
i suoi romanzi, è nato dagli appunti che prendeva durante i
suoi viaggi. "Ne avevo tanti e quando è arrivata la pandemia
milioni e milioni di pendolari sono rimasti a casa, così ho
deciso di farne un libro" che è pieno di storie, consigli e
aneddoti. Una volta sul traghetto dalla Svezia alla Danimarca -
racconta - c'era una coppia e lei ha chiesto: 'Tu pensi che
pioverà oggi?' Lui ha risposto: 'Dipende dal tempo'".
La libertà che ha sempre cercato esiste sempre "in rapporto con
gli altri" e vivere senza radici per Larsson "è sempre stato un
bene. Se le radici sono troppo forti non si cambia". Ma cosa
pensa dell'intelligenza Artificiale? "Fa paura perché crediamo
che sia davvero intelligente". Autore anche del saggio Essere o
non essere umani (Raffaello Cortina) spiega che 'la nostra
umanità è precaria e questo è il dramma di oggi".
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