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Il figlio difende la madre, lo uccide e si suicida

Il figlio difende la madre, lo uccide e si suicida

L'uomo perseguitava la donna, che lo aveva denunciato

VENEZIA, 25 aprile 2025, 11:20

Redazione ANSA

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La Procura di Belluno - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Procura di Belluno - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un'ennesima lite tra padre e figlio, in uno dei numerosi tentativi del ragazzo di proteggere la madre dalle "ossessioni" dell'uomo, separato ma ancora convivente.

L'adulto prende un coltello e uccide il giovane, poi prende un'arma e si toglie la vita.

Sta probabilmente in questa dinamica all'interno di un nucleo familiare la scintilla che ha fatto esplodere il nuovo caso di omicidio-suicidio, scoperto nel pomeriggio di martedì scorso a Oltra, micro frazione del comune di Lamon, in provincia di Belluno.

Nella piccola abitazione sono stati trovati i cadaveri del ragazzo, Riccardo Gaio, di 17 anni, e del padre Vladislav (49). A chiamare i carabinieri l'altra figlia, una ragazzina 13enne, che ha fatto la macabra scoperta e che in stato di choc è stata portata all'ospedale di Feltre, assieme alla madre, in una sezione dedicata alle vittime di violenza.

La dinamica è stata accertata: il padre avrebbe preso un coltello dalla cucina al piano terra dell'abitazione, poi è salito al piano superiore dove c'era il ragazzo e lo ha colpito varie volte, nella zona dell'addome. Ha quindi impugnato una pistola da macello, che solitamente viene utilizzata per uccidere gli animali di grossa taglia, avrebbe sparato ancora al figlio e poi a se stesso, finendo riverso sul pavimento.

Altri particolari sulle circostanze della morte potranno venire dall'autopsia, che verrà conferita domani pomeriggio dalla Procura della repubblica di Belluno all'anatomopatologo Antonello Cirnelli. Secondo quanto stanno accertando gli investigatori, da qualche tempo l'uomo aveva assunto atteggiamenti persecutori contro l'ex moglie, con la quale però continuava a vivere, assieme ai due figli.

C'erano probabilmente dei motivi economici che impedivano una separazione anche di residenza. Questo potrebbe aver acuito la tensione interna alla famiglia, con conseguenti diverbi e possibili violenze. Risulterebbe che nei giorni scorsi la donna si sarebbe decisa anche a presentare denuncia contro l'ex coniuge. Il figlio avrebbe preso le parti della madre, opponendosi alle prepotenze del padre; da qui, molto probabilmente, la decisione estrema e il tragico esito di martedì.

Il nucleo familiare si era stabilito nelle montagna bellunesi da circa 13 anni. L'uomo aveva lavorato fino a marzo a Bassano del Grappa (Vicenza), poi il contratto era stato interrotto. La donna aveva un lavoro con il quale mandava avanti la gestione economica della famiglia. Il figlio aveva smesso di frequentare una scuola superiore a Fiera di Primiero (Trento). Come spesso accade in circostanze simili, gli abitanti del borgo non ricordano di aver notato screzi e dissapori, avevano anzi sempre avuto rapporti cordiali con la famiglia. In attesa che la magistratura dia il nulla osta al rilascio dei due corpi, il sindaco di Lamon, Loris Maccagnan, ha annunciato che in occasione dei funerali verrà decretato il lutto cittadino.

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