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Dziwisz, siamo certi che Francesco è già santo

Dziwisz, siamo certi che Francesco è già santo

"Il suo successore deve pensare al bene del mondo"

CITTÀ DEL VATICANO, 27 aprile 2025, 10:25

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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"Siamo certi che Papa Francesco è già nelle mani del Signore, cioè che è santo". Lo ha detto il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia, intervistato da Il Fatto quotidiano. Dziwisz è stato per 39 anni, prima in Polonia e poi in Vaticano, al fianco di Karol Wojtyla, accomunato a Papa Francesco dalla volontà di non dimettersi nonostante i problemi di salute: "Come suo segretario, ho visto che il Papa si poneva questa domanda quando perdeva le forze fisiche, mai mentali, ovvero se andare avanti oppure no. Ma alla fine, anche dopo i contatti con il cardinale Ratzinger, si convinse che non poteva abbandonare la vocazione che aveva ricevuto dal Signore che lo aveva chiamato a guidare la Chiesa. Lui era convinto che non poteva sfuggire e che doveva compiere fino alla fine quello che il Signore gli aveva affidato. E così ha fatto. Era profondamente convinto che il Papa non deve scendere dalla croce. Fino alla fine cercava la volontà del Signore, non la sua".
    Secondo il cardinale "la sofferenza di Francesco è stata quasi l'imitazione di quello che ha subito Giovanni Paolo II alla fine della sua vita. Ma mi sono venute in mente anche le parole che ha scritto il Papa polacco e cioè che la sofferenza ha senso, non la si deve sfuggire. Ne hanno dato prova sia Giovanni Paolo II che Francesco. Papa Wojtyla ci ha insegnato come si deve soffrire. Certamente entrambi, alla fine della vita, sono stati toccati dalla sofferenza. Questo è un grande esempio per tutti quanti noi: come si devono sopportare alcuni momenti di sofferenza e difficoltà in vita".
    Sul futuro successore di Papa Francesco, sottolinea: "Io prego, come tanti pregano, perché adesso la scelta di un nuovo Papa è, come sempre, un momento molto delicato. È necessario che ci sia un Papa che si dedichi totalmente al bene della Chiesa, ma anche della società perché il papato ha un grande influsso nella vita sociale. Ci vuole un Papa che non pensa solamente al bene della Chiesa, ma anche al bene della società, al bene della pace, al bene della gente. Il Papa non può non pensare a tutto il mondo. La Chiesa deve guardare anche ai temi sociali".
   
   

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