"Siamo certi che Papa
Francesco è già nelle mani del Signore, cioè che è santo". Lo ha
detto il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di
Cracovia, intervistato da Il Fatto quotidiano. Dziwisz è stato
per 39 anni, prima in Polonia e poi in Vaticano, al fianco di
Karol Wojtyla, accomunato a Papa Francesco dalla volontà di non
dimettersi nonostante i problemi di salute: "Come suo
segretario, ho visto che il Papa si poneva questa domanda quando
perdeva le forze fisiche, mai mentali, ovvero se andare avanti
oppure no. Ma alla fine, anche dopo i contatti con il cardinale
Ratzinger, si convinse che non poteva abbandonare la vocazione
che aveva ricevuto dal Signore che lo aveva chiamato a guidare
la Chiesa. Lui era convinto che non poteva sfuggire e che doveva
compiere fino alla fine quello che il Signore gli aveva
affidato. E così ha fatto. Era profondamente convinto che il
Papa non deve scendere dalla croce. Fino alla fine cercava la
volontà del Signore, non la sua".
Secondo il cardinale "la sofferenza di Francesco è stata
quasi l'imitazione di quello che ha subito Giovanni Paolo II
alla fine della sua vita. Ma mi sono venute in mente anche le
parole che ha scritto il Papa polacco e cioè che la sofferenza
ha senso, non la si deve sfuggire. Ne hanno dato prova sia
Giovanni Paolo II che Francesco. Papa Wojtyla ci ha insegnato
come si deve soffrire. Certamente entrambi, alla fine della
vita, sono stati toccati dalla sofferenza. Questo è un grande
esempio per tutti quanti noi: come si devono sopportare alcuni
momenti di sofferenza e difficoltà in vita".
Sul futuro successore di Papa Francesco, sottolinea: "Io
prego, come tanti pregano, perché adesso la scelta di un nuovo
Papa è, come sempre, un momento molto delicato. È necessario che
ci sia un Papa che si dedichi totalmente al bene della Chiesa,
ma anche della società perché il papato ha un grande influsso
nella vita sociale. Ci vuole un Papa che non pensa solamente al
bene della Chiesa, ma anche al bene della società, al bene della
pace, al bene della gente. Il Papa non può non pensare a tutto
il mondo. La Chiesa deve guardare anche ai temi sociali".
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