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La casa di Maria, l'ultima dimora di Francesco

La casa di Maria, l'ultima dimora di Francesco

A Santa Maria Maggiore la tumulazione in forma privata, incenso e sigilli

26 aprile 2025, 18:18

di Nina Fabrizio

ANSACheck
La tumulazione a Santa Maria Maggiore © ANSA/EPA

Dagli onori e dai potenti della Basilica di San Pietro al tributo più intimo nella casa mariana sull'Esquilino, quella Santa Maria Maggiore dove Francesco veniva a ringraziare e omaggiare la Vergine nell'Icona della Salus populi romani ogni volta che rientrava da un viaggio, da una missione, e dove era venuto già, nella sorpresa generale, all'indomani dell'elezione. Qui si compie il cammino terreno di Bergoglio, tra i suoi amici più umili, poveri, trans, migranti, e le rose bianche di Santa Teresina, il fiore che lui amava. 

 

A Santa Maria Maggiore, fondata nel V secolo, tappa persino di una celebrazione del fondatore stesso della Compagnia di Gesù, Sant'Ignazio di Loyola, Francesco sarà in compagnia di sette altri Papi. Il primo Papa sepolto nella basilica dell'Esquilino fu il francescano Niccolò IV. Altro sepolcro noto è quello del primo Papa dominicano, Pio V e ora la basilica ospiterà anche la tomba del primo Papa gesuita. Nel momento in cui la bara ha fatto il suo ingresso in processione nella navata centrale, le telecamere esterne si sono spente. Solo successivamente è stato diffuso un breve video che dà prova degli ultimi riti legati alla sepoltura.

L'aspersione del sepolcro, l'impressione dei sigilli, la deposizione nel sepolcro. Rito che si è svolto secondo le prescrizioni dell'Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, presieduto dal cardinale camerlengo, Kevin Pharrell, a cui hanno preso parte anche altri porporati, come lo stesso arciprete coadiutore della basilica, il cardinale lituano, Rolandas Makrickas, proprio l'uomo cui Francesco si è affidato per tutto quanto ha riguardato la realizzazione del sepolcro che si staglia tra la Cappella paolina, 'casa' della Salus, e la Cappella Sforza, in una nicchia accessibile anche dal lato sinistro della navata.

Erano presenti alla tumulazione anche altri cardinali come il Decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re e i cardinali più alti nell'ordine dei cardinali vescovi, come Pietro Parolin. C'erano poi vescovi, canonici e penitenzieri previsti nella Notificazione dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche e dei familiari del Papa defunto. A suggellare la solennità del tutto anche un drappello di Guardie svizzere.

Ora la sua bara dimora nella nuda "terra" come aveva richiesto, coperta da una lapide di pietra ligure, terra di alcuni suoi avi. L'iscrizione è estremamente semplice, Franciscus, in latino. In alto, in bassorilievo, una riproduzione in pietra della sua croce pettorale proprio quella con cui si distinse immediatamente, non appena si mostrò al mondo dal Loggione di San Pietro in seguito all'elezione. Non una croce d'oro, come quella di tanti confratelli, che aveva rifiutato al momento di indossare la veste bianca da Papa. Ma una croce di ferro, quella che già aveva da vescovo, uno dei primissimi simboli da cui il popolo dei fedeli intuì che grandi cambiamenti erano in arrivo.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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