"Il contrasto e l'adattamento ai
cambiamenti climatici non si fa con singole iniziative ma
cambiando strutturalmente la pianificazione strategica a 360
gradi, per questo la Regione Umbria sta lavorando attraverso
iniziative di legge e atti di pianificazione che possano
disegnare concretamente la capacità di mitigazione di quella che
è la grande sfida dei nostri tempi": così l'assessore regionale
Thomas De Luca. "In questa direzione la Regione Umbria ha
avviato, in pochi mesi, un cambiamento radicale di prospettiva"
aggiunge.
"Siamo l'unica regione italiana insieme alle Marche -
ricorda De Luca in una nota - tra i 164 progetti presentati ad
avere ottenuto il finanziamento per il progetto Umbria region
adaptation to climate change" (Uracc) in partenariato con
3A-Parco Tecnologico Agroalimentare dell'Umbria: un primo
contributo di 210 mila euro dall'Unione Europea attraverso il
bando Pathways2Resilience (P2R) destinato a supportare le
Regioni europee nello sviluppo dei propri Piani di adattamento
ai cambiamenti climatici. Questo dopo aver visto la Regione
Umbria essere la prima regione in Europa ad inserire nel proprio
Statuto un articolo dedicato, l'11-ter, alla crisi climatica e
la presidente assegnare una specifica delega alle politiche di
mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Non solo,
stiamo anche agendo concretamente per dare risposte immediate.
Poche settimane fa la Giunta regionale ha stanziato anche 700
mila per il progetto Rimu Clima, parte del PR FESR 2021-2027,
per il potenziamento dei presidi territoriali per un
monitoraggio più efficace finalizzato a migliorare la nostra
capacità di prevenire e gestire i rischi naturali legati ad
eventi estremi. Risorse che i vari servizi, dalla Protezione
civile a quelli dell'agricoltura utilizzeranno per attività
specifiche volte a migliorare la rete meteorologica e prevenire
i rischi. Intenzione del mio assessorato è quella di delineare
il Programma strategico territoriale (Pst), istituito dalla
legge regionale 21 gennaio 2015 e mai approvato dopo 10 anni,
come lo strumento con cui declinare in ogni aspetto della vita
della nostra regione l'adattamento ai cambiamenti climatici
individuando le azioni necessarie alla mitigazione del rischio
territoriale ed ambientale, al risanamento delle singole
componenti dell'ecosistema ed alla valorizzazione delle
specificità. L'analisi presentata oggi dal Sole 24 Ore
aggiornata al periodo 2014-2024 e basata sui dati forniti da
3bmeteo conferma che l'Umbria è particolarmente vulnerabile agli
effetti dei cambiamenti climatici. La classifica sulla qualità
del clima dei 107 capoluoghi di provincia relega Terni al
penultimo posto e sempre Terni ha il dato peggiore in assoluto
rispetto a caldo estremo (media annua dei giorni in cui la
temperatura supera i 35 gradi) e ondate di calore (media annua
degli sforamenti sopra i 30 gradi per tre giorni consecutivi).
Stiamo facendo i conti con variabili come notti tropicali,
escursione termica, intensità pluviometrica, circolazione
dell'aria, riduzione della disponibilità idrica e con il
significativo impatto sulla nostra regione a livello economico,
sociale ed ambientale. Per questo, oltre ad intercettare nuove
risorse attraverso funzioni dedicate a questo specifico compito
nella nuova riorganizzazione, ogni euro speso dalla Regione
Umbria dovrà essere messo a sistema per garantire che le nostre
comunità siano pronte ad affrontare i sempre più visibili e
tangibili effetti della crisi climatica. La Conca ternana è
l'hotspot climatico più importante della regione e come tale -
conclude De Luca - deve essere affrontato sin da subito
potenziando i presidi sociali e sanitari per affrontare le
ondate di calore".
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