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Giudice annulla richiesta Inps da un milione al Perugia calcio

Giudice annulla richiesta Inps da un milione al Perugia calcio

Accolto ricorso per contestati mancati versamenti previdenziali

PERUGIA, 25 aprile 2025, 12:40

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Perugia calcio non dovrà versare all'Inps oltre un milione di euro legati a quelli che l'istituto riteneva mancati versamenti previdenziali tra l'ottobre del 2016 e il febbraio 2022 in relazione alle indennità di trasferta e rimborsi chilometrici corrisposti a sportivi professionisti. Per i quali aveva inviato gli atti di accertamento e recupero. Il giudice del lavoro ha infatti accolto il ricorso della società rappresentata dall'avvocato Giuseppe Caforio e dichiarato "infondate le pretese contributive".
    Il legale ha sottolineato come la decisione comporti "un notevole beneficio per il bilancio del Perugia calcio" e rappresenti "una boccata di ossigeno economica importante".
    L'avviso di addebito era stato emesso dall'Inps il 24 novembre del 2023 e notificato il 18 dicembre dello stesso anno in conseguenza del verbale unico e di accertamento.
    Secondo gli ispettori la società sportiva avrebbe "erogato con continuità ad alcuni calciatori e allenatori somme a titolo di trasferta Italia e indennità chilometrica" ed hanno provveduto "…a riqualificare tali emolumenti riconducendoli nella loro totalità alla causa tipica e normale del rapporto di lavoro e, pertanto, assoggettandoli integralmente a contribuzione…".
    L'avvocato Caforio ha eccepito in via preliminare la prescrizione dei contributi e delle relative sanzioni. Nel merito, ha poi sostenuto "l'infondatezza" del verbale unico di accertamento "giacchè le trasferte sono effettive e documentate e la natura non occasionale delle stesse non comporta la loro riconduzione ad imponibile". Ha poi dedotto l'erroneità della contestazione dell'omesso pagamento del contributo di solidarietà non risultando superati i limiti reddituali oltre il quale deve essere versato. Il legale ha, poi, contestato l'interpretazione della normativa in virtù della quale l'Inps ha valutato come erronea l'iscrizione di taluni lavoratori impiegati.
    Tesi accolta dal giudice del lavoro che ha dichiarato "inefficace l'avviso di addebito e infondate le relative pretese contributive".
   

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