Chiedono che "i malati tornino al
centro della sanità umbra" le principali associazioni umbre di
volontariato che si occupano di assistenza, supporto
psico-sociale, sostegno alla ricerca e lavorano da anni negli
ospedali. L'istanza è emersa da un confronto che si è svolto al
residence "Daniele Chianelli" promosso dal presidente del
Comitato per la vita, Franco Chianelli.
I rappresentanti comunali e regionali di Avis, Aronc, Aucc,
Croce rossa italiana, Associazione pro cardiopatici Cuor di
Leone OdV, Insieme Umbria contro il cancro, Aido, Vip clown,
Co.re.dia, Diabete 1 in famiglia, Aned, La Lumaca, Avanti tutta,
La carica dei prematuri, Agd Umbria, hanno dunque voluto
"ribadire con forza la necessità di fare rete per occuparsi al
meglio di tutti i malati che devono tornare centrali nella
sanità umbra", è detto in un loro comunicato. "Tutto questo -
hanno sostenuto - è possibile soltanto riportando la sanità ad
altissimi livelli. Ad oggi, infatti, i dati emersi sono
allarmanti. L'Umbria sconta 104 milioni di euro di sanità
passiva. Sono sempre più infatti i cittadini che scelgono di
curarsi fuori regione. Fino a qualche anno fa era esattamente il
contrario. Nel 1999, ad esempio, il 12% dei pazienti ricoverati
proveniva dalle altre regioni, garantendo un bilancio in attivo.
I motivi di questa preoccupante emorragia sono moltissimi, come
ad esempio la perdita di molti professionisti che scelgono di
lasciare l'Umbria". "Dobbiamo riportare - hanno detto - i grandi
professionisti nei nostri ospedali. Basta, poi, con la diffusa
pratica dei primari facenti funzioni, figure con scarsi poteri
decisionali. Questo grande lavoro può essere realizzato al
meglio soltanto con una seria razionalizzazione di risorse e
strutture ospedaliere, hanno concluso. Le associazioni, che
confidano nella collaborazione con le Istituzioni, si sono date
appuntamento al prossimo mese con l'intenzione di intraprendere
un percorso condiviso nell'interesse di tutti i malati".
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