In quattro nidi dell'Alto Adige, a
Trafoi, Martello, in Val di Fosse e in Val Passiria, sono nati
giovani gipeti (avvoltoi barbuti). Si sono schiusi nel corso
dell'ultimo mese e prenderanno il volo in estate. Possono essere
osservati bene con binocoli o cannocchiali da lunga distanza,
preferibilmente dal versante opposto della valle.
Il progetto di reinsediamento "gipeto" viene sostenuto
dall'Alpenverein Suedtirol. Dopo la prima Guerra mondiale,
l'avvoltoio barbuto era stato completamente sterminato nelle
Alpi. Solo verso la fine del secolo scorso sono iniziate le
iniziative per reintrodurre il gipeto. Oggi si contano almeno
320 esemplari e 98 coppie nidificanti, con un sistema di
monitoraggio diffuso in tutto l'arco alpino.
"Tra il 2000 e il 2008, sono stati liberati otto esemplari
provenienti da programmi speciali di allevamento in zoo. Sono
stati cresciuti in modo tale da mantenere la naturale diffidenza
verso l'uomo", spiega Klaus Bliem, responsabile del reparto
Natura e ambiente dell'Avs. Tutti i gipeti liberati in Alto
Adige sono ancora vivi e si sono riprodotti - attualmente
vengono monitorate sette coppie. I gipeti raggiungono la
maturità sessuale tra i 4 e i 7 anni e in natura possono vivere
fino a 30-35 anni.
In ogni nido nasce un solo piccolo per stagione. Il giovane
gipeto rimane nel nido per 114-120 giorni e viene nutrito dai
genitori. Al momento del primo volo, tra giugno e luglio, pesa
circa 5 kg. Dopo l'inizio del periodo dell'accoppiamento, i
giovani devono costruirsi un proprio nido o trovarne uno
disponibile, anche se spesso ritornano a quello originario. In
questa fase, la competizione può essere dura: aquile e gipeti
non competono per il cibo (le aquile cacciano, i gipeti si
nutrono di carcasse), ma per i siti di nidificazione. "Spesso i
gipeti cercano di occupare i nidi delle aquile, e questo può
portare a scontri anche letali", racconta Bliem.
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