"Il lascito più grande di Papa
Francesco alla Chiesa e al mondo è la sua narrazione di Dio a
partire dall'umanità di Gesù, raccontato con gesti e parole
capaci di toccare la vita non solo di tanti credenti, ma anche
di tanti uomini e donne cercatori di senso". Lo ha detto
l'arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, nell'omelia pronunciata
durante la Messa in suffragio di Papa Bergoglio celebrata nella
cattedrale di Trento.
"All'umanità di oggi, ben descritta dal volto dello storpio,
bloccata da logiche che chiudono le porte alla speranza, ha
consegnato un volto di Dio con i tratti della misericordia, del
prendersi cura, del farsi carico, del rilanciare vita", ha
aggiunto mons. Tisi, ricordando che il pontefice "ci ha invitati
ad aprire gli occhi, soprattutto sul volto degli ultimi e dei
poveri, a non lasciare indietro nessuno, invitando a rinnegare
la logica dello scarto" ed "ha raccontato un Dio carico di
misericordia e di tenerezza, che ci spinge a incontrare l'altro
riconoscendolo persona, figlio di Dio, fratello e sorella,
evitando di rinchiuderlo dentro narrazioni giudicanti e
distruttive".
"Le sue ultime parole affidate al Messaggio pasquale 'Urbi ed
Orbi' e ribadite anche nel suo testamento spirituale - ha
concluso l'arcivescovo - sono un vibrante appello alla
fraternità, ritratto della sua intera azione pastorale: 'La
sofferenza che si è fatta presente nell'ultima parte della mia
vita l'ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la
fratellanza tra i popoli'. Grazie, Francesco".
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