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I primi 100 giorni di Trump, già lavora a 'nuovi siluri'

I primi 100 giorni di Trump, già lavora a 'nuovi siluri'

Crolla nei sondaggi, è il meno amato. Ora focus su dazi e pace

ROMA, 27 aprile 2025, 19:29

di Serena di Ronza

ANSACheck
US President Donald Trump answers questions from reporters © ANSA/EPA

US President Donald Trump answers questions from reporters © ANSA/EPA

Il traguardo dei primi 100 giorni è ormai alla porte. Al 29 aprile mancano solo pochi giorni: Donald Trump si regalerà un comizio stile elettorale per spegnere le candeline e fare il bilancio dei suoi 'successi'. Finora però il presidente non sembra essere riuscito a convincere l'opinione pubblica, come testimoniano i sondaggi che lo indicano come il meno amato della storia. Rilevazioni che non lo scuotono, tanto che, come rivelano alcuni funzionari a Reuters on line, sta già lavorando a "nuovi siluri" dei prossimi 100 giorni.

Guardando avanti il presidente intende concentrarsi più attivamente sui colloqui di pace e sulle trattative per gli accordi sui dazi in vista di luglio, quando scadranno i 90 giorni di pausa concessi sulle tariffe reciproche. La posta in gioco è alta: l'entrata in vigore dei dazi annunciato il 2 aprile, il 'giorno della liberazione', rischia di avere un impatto economico devastante per gli Stati Uniti, come Wall Street ha cercato a suon di cali consistenti di far capire al tycoon. I negoziati con l'Unione Europa appaiono in salita e quelli con la Cina devono, almeno formalmente, ancora iniziare, lasciando intravedere mesi di febbrili manovre per rimuovere l'incertezza e le nubi di recessione che si stanno addensando sull'economia.

Al dossier commerciale si aggiunge quello dei colloqui di pace per l'Ucraina e per Gaza. Mentre le trattative con l'Iran sul nucleare sembrano progredire, sulle tensioni fra Israele e Gaza la situazione appare in stallo, con i contatti fra Washington e Teheran che rischiano di rappresentare un ostacolo con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Gli sforzi della Casa Bianca sono concentrati in queste settimane sull'Ucraina anche se al momento la pace resta ancora lontana.

Trump aveva promesso durante la campagna elettorale di risolvere la guerra 24 ore, per poi essere costretto a identificare in sei mesi un arco temporale "realistico". L'incontro fra il presidente e Volodymyr Zelensky a San Pietro, a margine del funerale di papa Francesco, lascia ben sperare ma i prossimi giorni saranno cruciali, come ha detto il segretario di stato Marco Rubio, per "determinare se tutte e due le parti vogliono la pace".

Trump agli americani presenta come promessa mantenuta nei primi 100 giorni quella di aver domato l'emergenza migranti. Gli arrivi al confine con il Messico sono crollati e le deportazioni di migranti senza documenti sono in aumento, anche se l'obiettivo di un milione di espulsioni in un anno appare irraggiungibile. I successi sull'immigrazione sono stati ottenuti non senza polemiche: le deportazioni sono state infatti accompagnate da una lunga serie di azioni legali, le ultime in ordine temporale riguardanti tre cittadini americani minorenni inviati in Honduras insieme alle loro madri. Il presidente rivendica come successo anche il Dipartimento per l'Efficienza del Governo di Elon Musk.

Il Doge continua alacremente a lavorare per ridurre i costi del governo, anche se gli iniziali 'risparmi' sono stati mangiati dai costi per i migliaia di licenziamenti effettuati. In vista dell'uscita di Musk dal governo, l'amministrazione Trump si sta muovendo per rafforzare il controllo sulle assunzioni privilegiando chi è "fedele alla legge e alle politiche del presidente". Anche il Doge, di cui Trump è orgoglioso, si è attirato decine di cause per i suoi tagli ritenuti indiscriminati. Fra la stretta sui migranti ritenuta eccessiva e l'azione di Musk, oltre che per i timori di una recessione causata dai dazi, il presidente è in forte calo nei sondaggi. Per l'Associated Press, quattro americani su 10 lo ritengono un presidente "terribile".

Per il Washington Post e Cnn il suo tasso di approvazione è il più basso della storia per i primi giorni di una presidenza (rispettivamente al 39% e al 41%). Valutazioni che non sembrano preoccupare Trump: in un Casa Bianca ben più stabile rispetto al caos del primo mandato - fatta eccezione per il caso Pete Hegseth - il presidente tira dritto e guarda avanti, sognando forse anche un terzo mandato nel 2028 come indicato anche dai cappellini in vendita sul suo sito.

   

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