Si sono aperte al Museo del Bardo
di Tunisi le due giornate di studio sulla cooperazione
Italia-Tunisia nel settore dell'archeologia, a sessant'anni
dalla prima missione italo-tunisina nel Paese nordafricano. "Ciò
che celebriamo oggi va ben oltre un semplice anniversario, è la
valorizzazione di un cammino comune, che collega passato,
presente e futuro, e che si fonda su valori solidi: rispetto
reciproco, fiducia, condivisione del sapere, e la volontà di
valorizzare un'eredità che riflette la profondità dei legami tra
i nostri due Paesi", ha detto l'ambasciatore Alessandro Prunas
in apertura, dopo i saluti del direttore dell'Istituto nazionale
del Patrimonio tunisino, Tarek Baccouche. "Fin dagli anni '60,
quando nacque la prima missione archeologica italo-tunisina,
l'archeologia è diventata un pilastro della partnership tra
Italia e Tunisia, ha permesso di costruire uno spazio fecondo di
scambio, in cui si coniugano rigore scientifico, innovazione,
cooperazione istituzionale e, soprattutto, arricchimento
reciproco" ha detto ancora Prunas sottolineando che "oggi, con
quattordici missioni attive, l'Italia è orgogliosa di essere il
primo partner archeologico della Tunisia" ed evidenziando che
"più ancora dei numeri, sono la qualità, la continuità e il
radicamento umano e territoriale di questa cooperazione a
costituirne la forza".
"La sua struttura si fonda sull'impegno congiunto dell'Inp e
delle università e dei centri di ricerca italiani, su
istituzioni consolidate come la Scuola Archeologica Italiana di
Cartagine, nonché sulla creazione di sinergie sempre nuove —
come quelle tra l'Inp e il Parco Archeologico del Colosseo,
l'Istituto Centrale per il Restauro e l'Istituto Centrale per
l'Archeologia. Tutte queste iniziative esprimono uno stesso
spirito: uno spirito di codirezione, corresponsabilità e
complementarità, che incarna pienamente il modello del Piano
Mattei — quello di un partenariato tra pari, radicato nei
bisogni dei territori e risolutamente orientato al futuro. Siamo
sempre più chiamati a fare del patrimonio non solo un testimone
del passato, ma anche un motore di sviluppo per il futuro.
L'archeologia infatti non guarda solo al passato. Essa ravviva
quel fondamento comune che condividiamo attorno al Mediterraneo.
Trasmette conoscenze, forma competenze e, attraverso la
valorizzazione dei siti come poli di attrazione turistica,
genera un impatto reale sullo sviluppo locale. "L'Italia è
orgogliosa di questa visione che condividiamo con i nostri amici
tunisini e che si incarna in ciascuna e ciascuno di voi qui
presenti", ha concluso l'ambasciatore. Le giornate di studio al
museo del Bardo, consentiranno ai direttori delle missioni
congiunte di scavo di presentare, anche in chiave divulgativa,
il lavoro finora svolto presso importanti siti archeologici in
tutto il Paese, nonché i progetti in fieri. (ANSA)
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