"Diciamo che ci sono i presupposti per affrontare temi complicati in tempi complicati però lo spirito è quello giusto. C'è un'apertura da parte loro come c'è un'apertura da parte nostra nel discutere di quelli che sono i temi di oggi che non sono semplicemente i dazi ma anche quelli della tassazione del digitale e le spese della difesa". Lo ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti rispondendo a chi gli chiedeva dell'incontro con il segretario al Tesoro Scott Bessent in vista di un possibile accordo commerciale con l'Europa.
"Forse è il caso, come qualcuno invoca, che si faccia un big deal" fra Europa e Stati Uniti, "cioè che si considerino tutti gli aspetti in discussione e non semplicemente quello sui dazi", ha aggiunto Giorgetti. A chi gli chiedava se gli americani chiedessero all'Europa una politica 'no China', Giorgetti ha detto: "anche, però il tema è complesso nel senso che non ci sono soltanto gli aspetti di natura ovviamente economica. I riflessi sono inevitabilmente di natura geopolitica e quindi partendo da decisioni economiche poi se ne derivano inevitabilmente anche decisioni politiche".
Gli incontri con le agenzie di rating sono "andati molto bene nel senso che tre anni fa dovevamo dimostrare qualcosa, adesso l'abbiamo dimostrato tanto è vero che le domande sulla sostenibilità del nostro debito non vengono più neanche fatte", ha detto Giorgetti. "Molti si chiedevano della capacità del nuovo governo di riuscire a rifinanziare tutto il debito in scadenza. Come vedete nelle aste dei Btp questo non è più un problema per il governo italiano".
Il decreto bollette è stato condiviso "anche con loro. Si è fatto quello che era possibile. Le critiche ex post ci stanno, le accettiamo. In tanti criticano, pochi ringraziano ma il governo fa quello che è giusto per i cittadini e le imprese", ha aggiunto Giorgetti rispondendo a una domanda sulle critiche di Confindustria al decreto bollette a margine dei lavori del Fmi.
Sulla golden power c'è una "legge approvata nel 2022 con il governo Draghi che io ho votato e che prevede che il governo debba valutare l'interesse nazionale, che non sono le competenze della Bce o della dg competition, è l'interesse nazionale. Qui (negli Usa) ho capito che l'interesse nazionale risponde ad un concetto abbastanza virile anche in materia economica. In Italia abbiamo un concetto di interesse nazionale un pò più lasco. Io li invidio gli americani", ha detto il ministro a chi gli chiedeva sull'uso della golden power sulle questioni bancarie.
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