I nodi irrisolti della gestione della politica sul settore cinematografico vengono al pettine e, in attesa del decreto correttivo sul tax credit e di una soluzione per la commissione Cinema del ministero (che ha ultimamente visto le dimissioni di sette componenti su 12), arrivano ora due proposte di legge. Che puntano, entrambe, a sottrarre la governance del settore agli uffici del Collegio Romano.
Rispolverando il recente appello lanciato dal regista Pupi Avati a creare un ministero ad hoc per il cinema o una agenzia con una sua autonomia gestionale. Il regista bolognese accoglie quindi queste due iniziative come "un miracolo". La prima delle due, quella che propone la nascita di un ministero del Cinema, e che sottrarrebbe quindi le competenze sul settore affidate ora alla sottosegretaria della Lega, Lucia Borgonzoni, arriva addirittura da Forza Italia e a lanciarla è un esponente di spicco della maggioranza come Maurizio Gasparri, ex ministro e capogruppo a palazzo Madama dei senatori azzurri.
"Ho presentato un disegno di legge per l'istituzione del ministero per il Cinema, gli audiovisivi e il digitale. Il fine è quello di garantire un trattamento specifico alla cultura del cinema, stante il presente complesso e le difficoltà che lo stesso attraversa, e di contribuire alla rinascita di quello italiano" annuncia Gasparri spiegando che il dicastero "dovrebbe occuparsi solo di cinema, cioè dalle sale cinematografiche alle produzioni, alla qualità dei film, però con persone competenti della materia, che non devono simultaneamente occuparsi della festa di paese, degli scavi di Pompei, della musica dal vivo e dell'editoria e nello stesso tempo di Netflix e di come finanziare i film". Ed è sempre il senatore azzurro che richiama anche il recente allarme che è risuonato a Roma, "sebbene il problema sia di portata nazionale", sulle troppe sale cinematografiche chiuse che potrebbero essere riconvertite in centri commerciali o avere altre destinazioni d'uso. Dal fronte opposto alla maggioranza, che risulta quindi spaccata sulla questione, si pone l'altra proposta che arriva invece dal Pd e che porta la prima firma della segretaria, Elly Schlein. L'idea dem è quella di istituire un'Agenzia per il cinema per rispondere all'esigenza "denunciata dal settore cinematografico che manifesta l'assenza di politiche di sostegno al settore e le preoccupazioni sulla linea politica definita dall'esecutivo" che "intende sottrarre autonomia e sottoporre al controllo politico la cultura". L'Agenzia (Aca) avrebbe le funzioni di progettazione, gestione e attuazione delle politiche pubbliche per lo sviluppo e il sostegno del settore cinematografico e audiovisivo, pur se sottoposta alle funzioni di indirizzo e di vigilanza del ministero della Cultura, del ministero delle Imprese e del Made in Italy e del ministero dell'Economia.
"Queste iniziative bipartisan sono un vero miracolo da festeggiare" commenta il regista Pupi Avati, da sempre sostenitore di una nuova realtà a sostegno della cinematografia. "Il fatto che negli stessi giorni ci sia una proposta da parte di Forza Italia e una del Pd è una cosa più che positiva. Sono due iniziative per avere un referente competente per cinema, tv e digitale. Esattamente come in Francia sarebbe forse più semplice, e con meno burocrazia, costituire un'agenzia" dice ancora il regista all'ANSA. "Vorrei ora proprio vedere - conclude Avati - chi non voterà questa proposta: sarebbe un vero nemico del cinema".
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