/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Dismessa unica stazione carburante del porto di Selinunte

Dismessa unica stazione carburante del porto di Selinunte

La scelta del proprietario dopo il contenzioso giudiziario

MARINELLA DI SELINUNTE, 25 aprile 2025, 17:45

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Sono stanco" dice Fabio Bologna, il proprietario dell'impianto di carburanti al porto di Marinella di Selinunte (Trapani) che ha deciso di dismetterlo. Da alcuni giorni gli operai sono a lavoro per togliere le cisterne sottostanti e per portare via tutto ciò che c'era dell'impianto nato nel 2003 con una spesa di circa 300 mila euro. La decisione dell'imprenditore di Castelvetrano è scaturita dopo la lunga vicenda giudiziaria che lo sta interessando. Nel 2018 una frana ha danneggiato seriamente l'impianto. Il Comune aveva praticato una fessura sulla banchina per la rete fognaria, la Regione, invece, tramite il genio civile di Trapani, diede l'appalto a una ditta per rimuovere la posidonia dal porto, operazione questa che ha comportato il passaggio di mezzi pesanti sulla banchina. La frana, così, ha messo in tilt l'impianto che è rimasto chiuso.
    L'imprenditore ha citato in giudizio Comune e Regione e il giudice di primo grado li ha condannato come coobbligati a risarcirlo con 22.500 euro più interessi. Ora il Comune di Castelvetrano si è appellato alla sentenza e si andrà in secondo grado.
    Secondo i legali di Fabio Bologna, gli avvocati Franco Messina e Mildred Roma, il risarcimento è davvero irrisorio, visto che i danni ammonterebbero a molto di più. Ecco perchè Fabio Bologna ha deciso ora di dismettere tutto a spese proprie.
    Per i pescatori di Marinella di Selinunte, dopo il porto intasato di posidonia, si aggiunge quest'altro disagio: per far rifornimento alle proprie imbarcazioni dovranno raggiungere o il porto di Sciacca o quello di Mazara del Vallo.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza