Fede, tradizione, cultura e turismo. La Settimana Santa, con i suoi riti che riecheggiano uguali da secoli, ma allo stesso diversi in ognuno degli innumerevoli centri dell'Isola, non è solo religione. Nell'epoca moderna la Settimana Santa in Sardegna annuncia non solo l'avvento della Pasqua, ma anche l'inizio della lunga stagione turistica che spegnerà i suoi fuochi a ottobre inoltrato.
Per questo ogni appuntamento, ogni processione, ogni rito profondamente legato alla fede cristiana ha un suo risvolto pagano, una ragione in più di esistere ed essere rappresentato: affermare un'identità e proporla, farla conoscere, ammaliare i visitatori che arrivano da tutto il mondo. Così la "Setmana Santa" di Alghero, di matrice catalana, il "Lunissanti" di Castelsardo, le processioni dei Misteri di Oristano e Sassari, la Chenapura Santa di Iglesias, solo per citare le manifestazioni religiose più ammirate e partecipate, sono sì un invito a raccogliersi in preghiera per prepararsi a celebrare la resurrezione di Gesù Cristo.
Ma sono anche la cartolina di una terra che, anche nei suoi momenti più intimi, quelli del raccoglimento nella fede, appunto, sa e vuole essere ospitale. Ad Alghero i riti si aprono il venerdì prima della "Domenica delle Palme", con la processione dell'Addolorata, proseguono con il momento più toccante, il Desclavament (la rievocazione della deposizione del corpo di Cristo), si concludono il giorno di Pasqua con l'Encontre. Tutto ciò con le viuzze del centro storico illuminate dalla luce tenue dei farols (i tradizionali ceri avvolti dalla carta rossa) e dai lampioni ammantati di stoffa rossa, che rendono i riti misteriosi e affascinanti.
Restando nel nord Sardegna, a Castelsardo il momento più suggestivo della Settimana Santa è il "Lunissanti": il lunedì dopo la Domenica delle Palme, prima che spunti il giorno, si celebra la messa nella chiesa di Santa Maria e in processione si raggiunge la basilica di Nostra Signora di Tergu, per poi fare il percorso inverso nel pomeriggio e concludere alla sera con la processione nel centro storico illuminato solo dalle fiaccole.
Anche Sassari celebra con antico fervore i riti della Settimana Santa, derivati dalle tradizioni religiose iberiche, eredità della presenza spagnola in città durata quattro secoli.
Processioni cariche di mistero attraversano i vicoli del centro storico in un silenzio irreale attraversato dalle preghiere delle arciconfraternite e dei fedeli.
A Oristano la giornata più intensa si vive il martedì, con le processioni dei misteri che sfilano per il centro storico rinnovando tradizioni secolari, mentre a Cuglieri i percorsi per le vie del paese sono accompagnati dai canti delle donne, i "gosos" della Madonna addolorata e il Miserere.
A Cagliari i riti coinvolgono i quattro quartieri storici, Villanova, Marina, Stampace e Castello, con la Via Crucis, la processione dei Sette Misteri, il giro delle Sette Chiese, Su Scavamentu e S'incontru. E con una particolarità che rievoca il mito fenicio di Adone: l'esposizione nelle chiese nelle chiese "Is nenniris", i piatti riempiti di bambagia in cui il Mercoledì delle Ceneri sono stati seminati chicchi di grano o legumi, poi lasciati crescere al buio.
Fra i toccanti riti che caratterizzano la Settimana Santa di Iglesias, si distingue la "Chenapura Santa": il giovedì si rievoca la Passione imbandendo la tavola per l'ultima cena di Cristo.
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