E' guerre e pace il tema della
cinquantunesima edizione del festival della Valle d'Itria in
programma dal 18 luglio al 3 agosto a Martina Franca, in
provincia di Taranto, la prima di cui è direttrice artistica la
compositrice Silvia Colasanti che ha deciso di aprire la
manifestazione, storicamente dedicata al recupero di opere
raramente ascoltate, alla musica del ventesimo e ventunesimo
secolo.
E infatti il programma, come da tradizione, sarà inaugurato
il 18 al Palazzo Ducale con uno spettacolo che difficilmente si
vede, ovvero Tancredi di Rossini in un allestimento con la regia
di Andrea Bernard, vincitore del premio Abbiati 2024, che con un
escamotage metterà in scena entrambi i finali, quello lieto del
6 febbraio 1813 della Fenice di Venezia, e quello ideato per
Ferrara del 21 marzo dello stesso anno.
Ma poi il 27 luglio - dopo l'opera di Rossini in cui Sesto
Quatrini dirigerà l'orchestra dell'Accademia della Scala - il
festival presenterà una rarità contemporanea, ovvero la prima
italiana di Owen Wingrave, opera pacifista scritta nel 1970 da
Benjamin Britten, che era apertamente contrario alla guerra in
Vietnam, con la regia di Andrea De Rosa e la direzione di Daniel
Cohen, sempre con l'orchestra dell'Accademia della Scala. A
cento anni dalla composizione e a 150 dalla nascita di Maurice
Ravel dal 21 luglio sarà in scena nel chiostro di San Domenico
L'enfant et les sortilèges fantasie lyrique su versi di Colette
con la regia di Rita Cosentino, la direzione di Myriam Cosentino
l'L.A. Chorus, Lucania & Apulia Chorus e il Coro di voci bianche
della Fondazione Paolo Grassi.
E per quanto riguarda la sinfonica, il direttore musicale
del festival Fabio Luisi dirigerà il 1 agosto la Sinfonia n. 14
di Sostakovic dedicata a Britten, scelta non solo per i
cinquant'anni dalla sua morte ma soprattutto perché Sostakovic
"è il simbolo di come l'arte è in grado di sopravvivere al
totalitarismo" ha spiegato Colasanti.
Come ormai di consueto il festival, organizzato dalla
fondazione Paolo Grassi, è stata presentata a Milano al Piccolo
Teatro, che di Grassi è stato la casa. E come di consueto sono
confermati i concerti del sorbetto, la rassegna nelle masserie
a cui si aggiungono gli incontri di 'In-chiostro: tra note e
parole' sul tema di questa edizione e un convegno sul tema della
kermesse. "La scelta di 'guerre e pace' - ha detto Colasanti - è
stata fatta perché ci tenevo a evidenziare come da sempre l'arte
si sia interfacciata con il presente. In scena ci sono varie
guerre, non solo quelle militari ma anche d'amore. Non ci sono
riferimenti diretti all'attualità perché non facciamo cronaca ma
legami con il presente ci sono sempre".
Colasanti, che per la prima volta ha accettato una direzione
artistica, spera proprio con il suo ruolo di compositrice di
dare "un contributo al festival" grazie alla sua formazione che
le ha insegnato "ad avere una visione" ma anche con la scelta di
aprire alla musica contemporanea. "Sono particolarmente
orgogliosa della prima di Britten, che oltre alla riscoperta
della musica del '700, ci sia anche quella vicino a noi". "Al
pubblico - ha concluso - chiedo di essere curioso, senza
pregiudizi: chi ama il '700 ha gli strumenti per apprezzare
Britten e allo stesso modo chi ama Britten ha gli strumenti per
la musica del '700".
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