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25 Aprile, nel cuore di Genova il corteo per l'80° anniversario

25 Aprile, nel cuore di Genova il corteo per l'80° anniversario

Partenza da piazza della Vittoria, orazione in piazza Matteotti

GENOVA, 25 aprile 2025, 19:47

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Migliaia di persone, tra associazioni, rappresentanti politici, sindacati e cittadini, sono scese in strada oggi a Genova per il corteo che ha celebrato gli 80 anni dalla liberazione dal regime nazifascista.
    Dopo la visita in mattinata del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alle 15.30 la manifestazione ha preso il via in piazza della Vittoria, per poi percorrere via XX Settembre.
    Sotto il Ponte Monumentale è stata deposta una corona di fiori in memoria dei partigiani caduti. Durante la cerimonia è stata letta la motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare conferita a Genova, insieme all'atto di resa che sanciva la liberazione della città dalle truppe tedesche.
    Il ritrovo conclusivo in piazza Matteotti con gli interventi delle autorità e l'orazione affidata al presidente dell'istituto Nazionale 'Ferruccio Parri', Paolo Corsini.

   25 Aprile, fischi per Bucci e Piciocchi in piazza Matteotti 
   Presidente di Regione e sindaco contestati dalla piazza 
Pioggia di fischi in piazza Matteotti quando, al termine del corteo per gli ottant'anni della Liberazione, hanno preso la parola prima il vicesindaco reggente di Genova, Pietro Piciocchi, poi il presidente di Regione Liguria, Marco Bucci. Piciocchi, parlando sopra la contestazione della piazza, nel proprio intervento ha fatto riferimento alla visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: "Ha lasciato un grande messaggio e voglio ricordare due sue espressioni che racchiudono il senso di questa giornata: 'non possiamo accontentarci di una democrazia a bassa intensità', e ancora 'è sempre tempo di resistenza'". "Oggi la nostra città celebra gli 80 anni della sua liberazione, Genova è l'unica città europea ad essersi liberata da sola - ha proseguito - i genovesi devono essere fieri e orgogliosi di questa storia e nei valori di questa storia cercare le fondamenta per la costruzione della comunità del futuro". "Ricordiamo quelli che sono morti, quelli che si sono sacrificati, quelli che hanno scelto di andare sulle montagne perché volevano combattere per la libertà e per la pace -ha detto Bucci - se fossimo stati vivi a quell'epoca, sono certo che saremmo andati tutti con il partigiano Bisagno e con Bisagno saremmo riusciti a vincere esattamente come tutti noi. Noi abbiamo nel cuore quello che ha detto Bisagno e abbiamo nel cuore quelli che sono i valori che abbiamo condiviso in questi 80 anni e che vogliamo portare avanti per il futuro. Vogliamo una resistenza a difesa della libertà, a difesa della giustizia, a difesa della pace, a difesa della nostra vita e delle future generazioni".

   Lista Bucci-Orgoglio Genova,Fischi tradiscono valori 25 Aprile 
Alessia Moratti, a nome della lista 'Orgoglio Genova - Lista Bucci - Noi Moderati', interviene con parole di condanna per la contestazione che alcune "frange di intolleranti", hanno rivolto nel corso delle celebrazioni del 25 Aprile in piazza Matteotti al presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, e al vicesindaco reggente di Genova, Pietro Piciocchi. "I fischi rivolti in piazza al presidente della Regione, Marco Bucci, e al sindaco facente funzioni, Pietro Piciocchi, sono solo un segnale di intolleranza di pochi, che stona profondamente con i valori di libertà, di rispetto, di pace e di antifascismo che oggi Genova ha voluto riaffermare con forza - dice Moratti - nelle parole del presidente Bucci, nelle quali ci riconosciamo appieno, non c'è stato spazio per le divisioni. Chi pretende di considerare la Liberazione una festa di pochi, chi pretende di dividere ancora in fazioni l'Italia antifascista, manca di rispetto in primo luogo a chi ha combattuto e sacrificato la vita per la libertà e l'uguaglianza, e dimostra di non aver imparato la lezione di Pertini, di Bisagno, quelle lezione ripetuta oggi anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Chi è veramente democratico, non solo nel nome che si dà, dovrebbe oggi stigmatizzare questi fischi".

  

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