La commissione Industria ed Energia (Itre) del Parlamento europeo ha respinto la proposta del gruppo dei Conservatori e Riformisti di Ecr di rivedere la direttiva 'case green'. La proposta era stata già respinta per consenso durante una riunione dei coordinatori lo scorso 18 marzo e il gruppo Ecr ha quindi contestato la decisione, portandola il 9 aprile al voto dell'intera commissione parlamentare.
La decisione dei coordinatori è stata confermata con una maggioranza di 53 voti contro 25. La nuova direttiva sulla prestazione energetica degli edifici è già entrata in vigore a maggio 2024, con due anni per gli Stati membri per adeguare il diritto interno alle nuove regole. Tra gli obiettivi, la direttiva stabilisce un percorso verso un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050: dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti per essere a emissioni zero, dal 2028 per gli edifici pubblici.
Almeno il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Per le case si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035. Per garantire flessibilità ai governi, le misure di ristrutturazione adottate dal 2020 saranno conteggiate ai fini dell'obiettivo e gli Stati potranno scegliere di applicare esenzioni per gli edifici storici, per gli edifici agricoli, per scopi militari e per quelli utilizzati solo temporaneamente. Una volta entrata in vigore, i Ventisette avranno due anni di tempo per adeguarsi alla direttiva presentando a Bruxelles un piano nazionale di ristrutturazione, ovvero una tabella di marcia per indicare la via che intendono seguire per centrare gli obiettivi.
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