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In Serbia non si ferma la protesta degli studenti

In Serbia non si ferma la protesta degli studenti

Prosegue il blocco della tv pubblica. Raduni in varie località

Bruxelles, 28 aprile 2025, 09:31

Redazione ANSA

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In Serbia non si ferma la protesta degli studenti - RIPRODUZIONE RISERVATA

In Serbia non si ferma la protesta degli studenti - RIPRODUZIONE RISERVATA

BELGRADO - In Serbia non si ferma la protesta degli studenti, mobilitati da cinque mesi contro la dirigenza locale accusata di corruzione, scarsa democrazia e controllo sui media. A Belgrado prosegue da 12 giorni il blocco della sede centrale della tv pubblica Rts, che a loro dire non riferirebbe in modo corretto e oggettivo sulle iniziative del movimento di protesta. Gli studenti - che occupano numerose facoltà universitarie e che in vari casi sono appoggiati da rettori e docenti - chiedono che venga indetto un nuovo concorso per il rinnovo del Rem, Autorità regolatrice per i media elettronici, un organismo competente in fatto di nomine e attività di controllo sui media.

La presidente del parlamento Ana Brnabic ha a questo riguardo convocato per lunedì una riunione della commissione parlamentare competente con all'ordine del giorno l'organizzazione di un nuovo concorso per il Rem. I dimostranti che da giorni sostano davanti alla sede tv ostacolando l'ingresso e l'uscita di giornalisti, tecnici e dipendenti, e obbligando Rts a stravolgere la normale programmazione, hanno al tempo stesso bloccato vari importanti incroci stradali tutt'intorno all'emittente con inevitabili disagi alla circolazione e alla rete del trasporto pubblico.

Come avviene quotidianamente da mesi, si registrano raduni, cortei e manifestazioni di protesta in varie altre località della Serbia. In particolare a Novi Sad, nel nord del Paese, si sono mobilitati gli studenti delle scuole superiori in un grande raduno che andrà avanti fino alla mezzanotte. Intanto, sul modello dell'impresa effettuata nei giorni scorsi da 80 studenti cicilisti che da Novi Sad hanno raggiunto a tappe Strasburgo, in un percorso di oltre 1.300 km e con l'obiettivo di presentare le loro istanze alle istituzioni europee, si moltiplicano iniziative analoghe di marce a piedi e in bicicletta fra varie città del Paese balcanico.

Qualche giorno fa ha preso il via una super-maratona da parte di una ventina di studenti intenzionati a raggiungere Bruxelles entro il 12 maggio, quando è prevista una seduta del Parlamento europeo, al quale intendono illustrare l'attuale situazione e la profonda crisi sociale in Serbia. Prima di Pasqua si è insediato a Belgrado un nuovo governo guidato dall'indipendente Djuro Macut, un noto specialista endocrinologo, che ha avviato tentativi di dialogo con il movimento di protesta, ma finora nulla sembra essere cambiato nel clima di effervescenza sociale che la Serbia vive ormai da novembre, dopo la morte di 16 persone nel crollo alla stazione di Novi Sad, tragico episodio che ha dato il via all'ondata di contestazione popolare.

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