(di Valentina Brini)
Le poche parole scambiate sul
sagrato di San Pietro sono bastate a riaprire un canale che
sembrava chiuso. Dalla stretta di mano fra Ursula von der Leyen
e Donald Trump, a margine dei funerali del papa, a Bruxelles si
è cominciato a lavorare per trasformare una promessa informale
in un incontro ufficiale. Appena rientrata da Roma, la
presidente della Commissione europea ha sentito la premier
Giorgia Meloni per fare il punto su "tutte le questioni di
interesse comune attuale" e coordinarsi sui dossier più urgenti
del sostegno all'Ucraina e dei dazi. E, dietro le quinte, i
pontieri Ue lavorano per definire i tempi e le condizioni
migliori di un appuntamento che potrebbe riannodare i fili dei
rapporti transatlantici.
Il calendario offre a von der Leyen due occasioni certe per
incrociare Trump, entrambe a giugno: il G7 di Calgary e il
vertice Nato all'Aja. Ma a Palazzo Berlaymont si punta ad
accorciare i tempi. Se il negoziato su Kiev e le garanzie di
sicurezza dovesse accelerare, i giorni successivi al 16 maggio -
quando Trump concluderà la visita in Arabia Saudita e potrebbe
incontrare Vladimir Putin (si è parlato anche di Istanbul come
sede del loro confronto) - potrebbero rappresentare la finestra
giusta per una tappa continentale del presidente statunitense e
il primo vero faccia a faccia con von der Leyen, magari a
Bruxelles. Roma, la cornice immaginata al rientro da Washington
di Meloni, sarebbe sostanzialmente sorpassata come ipotesi ma
"poco cambia, l'importante non è dove si farà ma il risultato",
dicono dal suo entourage, ricordando che dalla missione alla
Casa Bianca la premier era riuscita a ottenere la disponibilità
del tycoon a valutare un incontro Ue-Usa. Nei corridoi delle
istituzioni comunitarie si sottolinea che non c'è alcuna
intenzione di escludere la premier italiana, anzi: se creerà uno
spazio di dialogo, sarà valorizzato. Ma se l'occasione dovesse
maturare in altro modo, l'Ue è pronta a coglierla, consapevole
della necessità di chiudere sui dazi entro giugno.
A Bruxelles si ragiona comunque con realismo, sapendo che
quando Trump attraversa l'Atlantico lo fa seguendo logiche e
priorità sue. Anche per questo non è esclusa l'ipotesi di una
missione di von der Leyen a Washington per guidare in prima
persona una trattativa commerciale che - per competenza - spetta
esclusivamente alla Commissione. Uno scenario che avrebbe i
contorni del déjà-vu: nel luglio 2018, Jean-Claude Juncker volò
alla Casa Bianca per fermare la tempesta commerciale in corso e
bloccare la minaccia di dazi sulle auto europee dopo che
Washington aveva già colpito acciaio e alluminio. Un confronto
teso, ma alla fine produttivo. Nello Studio Ovale, l'ex
presidente Ue riuscì a strappare un accordo che portò al
congelamento di nuovi dazi, alla cooperazione sui regolamenti
tecnici e a spalancare le porte del mercato europeo al gnl
americano. Tutti temi che, a distanza di sette anni, sono di
nuovo sul tavolo Ue-Usa accanto all'impegno europeo di
acquistare più armi americane, al pressing per far salire la
spesa militare continentale e alla sfida sul terreno strategico
della Big Tech.
La Casa Bianca, dal canto suo, ha pronta una roadmap per
velocizzare le trattative con i governi di tutto il mondo sui
dazi reciproci annunciati nel Liberation day. L'amministrazione
Trump, stando alle indiscrezioni del Wall Street Journal, punta
a trattare con i 18 principali interlocutori muovendosi lungo
quattro direttrici: dazi, barriere non tariffarie, commercio
digitale, sicurezza economica. E i colloqui proseguiranno a
rotazione con ciascun partner fino alla scadenza della tregua,
l'8 luglio. Senza accordi - e salvo nuovi capovolgimenti -, le
sovrattasse scatteranno. Anche in questo quadro potrebbe aprirsi
lo spazio per un incontro fra l'Europa e gli Stati Uniti. Per
ora il negoziato resta nelle mani degli esperti, impegnati a
preparare il terreno per la ripresa "quando opportuno" dei
contatti politici e abbozzare un'intesa di principio. Il lavoro,
è l'ammissione di Bruxelles, "è ancora molto". L'esito resta
incerto. Per questo il piano B è già predisposto: i contro-dazi
Ue sui prodotti iconici Usa sono pronti a partire il 14 luglio.
E il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, lavora a
un possibile vertice straordinario a 27 nell'ultima settimana di
maggio, quando anche Berlino avrà il suo nuovo cancelliere,
Friedrich Merz.
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