Sono i corpi i protagonisti di
Manifesto Cannibale, un lavoro che segue un insieme di codici e
convenzioni per alimentare l'atto performativo, in un linguaggio
che interseca la danza, il teatro e le arti visive: lo presenta
la compagnia ferrarese Collettivo Cinetico il 17 aprile alle
20.30 all'Arena del Sole di Bologna nell'ambito di Carne, focus
di drammaturgia fisica curato da Michela Lucenti. Lo spettacolo
nasce da una riflessione sul mondo vegetale, inteso come emblema
di un'alterità irrisolvibile e che chiama a rileggere la
collocazione dell'umano, la consistenza del tempo e le forme di
pensiero della carne.
La creazione è avvenuta a distanza dalla sua autrice,
Francesca Pennini, che si è tenuta in una condizione di "cecità"
affidando la messa in scena a un sistema di comunicazione
filtrato solo da indizi: "fare azioni senza produrre suoni;
pranzare a occhi chiusi; passare un intero giorno in compagnia
senza parlare; stare immobili in luoghi pubblici; guardare
attraverso le palpebre; smettere di usare la sveglia (e non fare
tardi)", spiega la coreografa e fondatrice della compagnia. La
musica del Winterreise di Schubert, eseguita dal vivo,
accompagna un cosiddetto rito di trasformazione verso condizioni
non esperibili da corpi umani, tra danze microscopiche, giochi
pericolosi e geroglifici coreografici. In questo spettacolo,
come in diversi lavori del Collettivo Cinetico, i ruoli chiave
del teatro si rimescolano con la materia altrui, quindi con le
spettatrici e gli spettatori attraverso dispositivi di gioco e
interazione con il pubblico: "si tratta ora di varcare, ancora
una volta e con un nuovo passo, il confine tra scena e platea. E
da quella bocca farsi inghiottire con tutta la potenza genetica
di un'idea e di un tocco. Siamo tuttə cannibali".
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