Nel 2023 circa 8 milioni di italiani
sopra gli 11 anni hanno consumato alcol in quantità tali da
esporre la propria salute a rischio, mentre 4 milioni e 130 mila
persone hanno praticato binge drinking, ossia bevuto per
ubriacarsi. In totale, sono 780 mila i "consumatori dannosi",
ovvero coloro che hanno subito danni fisici o mentali
dall'assunzione di alcol e che necessiterebbero di un
trattamento clinico, ma solo l'8,1% risulta preso in carico dal
Servizio Sanitario Nazionale. Le fasce più vulnerabili restano
minori, adolescenti, donne e anziani (che registrano la più alta
incidenza di disturbi da uso di alcol non intercettati dal
sistema sanitario). Sono alcuni dei dati diffusi oggi, in
occasione dell'Alcohol Prevention Day 2025, dall'Osservatorio
Nazionale Alcol dell'Istituto Superiore di Sanità (Ona-Iss).
Secondo gli esperti, nel 2023 non si sono registrati i
miglioramenti attesi nei comportamenti a rischio legati al
consumo di alcol in Italia. Su un totale di circa 36 milioni di
consumatori di alcol (il 77,5% dei maschi e il 57,6% delle
femmine), i consumatori a rischio tra i giovani (11-24 anni)
sono 1 milione e 260 mila, di cui 615 mila minorenni. Tra
questi, le consumatrici a rischio rappresentano il 13,3% nella
fascia 11-17 anni. L'incremento più significativo riguarda le
donne binge drinker, passate dal 2,5% nel 2013 al 4,5% nel 2023,
segnando un aumento dell'80% in dieci anni. Anche i consumi
fuori pasto sono in crescita, sempre tra le donne: il 23,9%
dichiara di bere alcol fuori dai pasti e 1 milione e 230 mila lo
fa per ubriacarsi. A preoccupare è anche la ripresa della
mortalità totalmente attribuibile all'alcol, in aumento
soprattutto tra le classi di età produttive di entrambi i sessi,
vanificando le aspettative di una riduzione. "I consumi di alcol
in Italia evidenziano una situazione consolidata, dilagante
nelle fasce più vulnerabili della popolazione: minori,
adolescenti, donne e anziani - spiega Emanuele Scafato,
Direttore dell'Ona-Iss - La prevenzione nazionale e regionale è
possibile se si mira ai target principali. È necessario
innalzare l'attenzione per i giovani, prevedendo maggiori tutele
nei luoghi di aggregazione e l'educazione alla salute nelle
scuole. Occorre assicurare adeguate risorse per le reti curanti
e l'applicazione delle linee guida per i disturbi da uso di
alcol". Per Scafato è infine necessario "favorire un incremento
della consapevolezza sui rischi derivanti dall'uso di alcol a
sostegno delle persone, delle famiglie e in osservanza degli
obiettivi delle strategie delle Nazioni Unite, che non abbiamo
raggiunto nel 2025, ma in cui siamo impegnati per il 2030",
conclude.
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