Per preservare la salute degli occhi non basta rivolgersi all'oculista quando insorgono problemi, ma bisogna agire d'anticipo sottoponendosi a controlli regolari per tutto l'arco della vita. È quanto consiglia la Società Oftalmologica Italiana (Soi) che, a questo scopo, ha realizzato un apposito calendario delle visite oculistiche.
"Come Società Oftalmologica Italiana noi consigliamo una visita alla nascita; poi una entro i tre anni; un'altra entro il primo giorno di scuola e, ancora, una tra gli 8 e i 15 anni, per contrastare soprattutto la miopia", illustra il presidente della Soi Matteo Piovella. "Dall'adolescenza si fa un salto ai quarant'anni, quando è opportuno eseguire una visita ogni due anni. Infine, dai sessant'anni in avanti è consigliato rivolgersi all'oculista una volta all'anno. Rispettare questo calendario è la miglior garanzia e assicurazione per avere una vista sempre pronta e sempre perfetta", aggiunge Piovella.
Le visite oculistiche eseguite con questa regolarità servono a intercettare precocemente problemi specifici per ogni età: nei neonati la visita può identificare patologie congenite che vanno curate prima possibile, spiega la Soi. Nell'infanzia, se il bambino ha l'occhio pigro, prima si interviene maggiori sono le possibilità di salvare la vista. Poi, in età scolare la vista influenza la capacità di apprendimento e i risultati scolastici.
Ancora: in età adulta, possono comparire diverse patologie che, pur non dando sintomi evidenti, possono danneggiare la vista in modo irreversibile. Infine, salvaguardare la vista in età matura, quando l'occhio e le strutture correlate vanno incontro a un naturale processo di senescenza, è fondamentale per preservare l'autonomia e una buona qualità di vita.
C'è però un problema, segnala Piovella. Spesso i cittadini che necessitano di una visita oculistica si ritrovano ad affrontare un percorso a ostacoli prima di poter giungere a una diagnosi.
"Le visite oculistiche riflettono il modello organizzativo delle vecchie mutue per cui durante la prima visita non si fanno contestualmente gli esami diagnostici", continua il presidente Soi. "Si tratta di una cosa assurda: oggi abbiamo delle tecnologie che hanno migliorato incredibilmente la situazioni.
Per esempio, una diagnostica per immagini che dà una risoluzione di un millesimo di millimetro. Quindi - aggiunge Piovella - dobbiamo abbandonare questo metodo antico ed essere in grado di dare una risposta definitiva ai pazienti quando si sottopongono a una visita oculistica. Contestualmente bisogna fare la diagnosi, dare la terapia e risolvere il problema", conclude il presidente Soi.
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