/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Alzheimer al tappeto con prevenzione e nuovi test del sangue

Alzheimer al tappeto con prevenzione e nuovi test del sangue

Libro del neurologo Gennaro Barbato. 'Decisivo è il territorio'

NAPOLI, 26 aprile 2025, 16:00

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Angelo Cerulo) Per combattere efficacemente la Malattia di Alzheimer occorre rafforzare sul territorio il gioco di squadra per la prevenzione fra il neurologo e i diversi specialisti coinvolti oltre al medico di medicina generale e puntare sull'adozione e diffusione dei nuovi metodi diagnostici basati sull'analisi del sangue che saranno presto disponibili.
    E' su queste due linee che si può intervenire per il contrasto ad una patologia, con casi in aumento e impatto sociale, che mette in ginocchio l'ammalato e i suoi familiari. Ne è convinto il dottor Gennaro Barbato, neurologo napoletano, che ha prodotto un nuovo suo lavoro (dopo i tre precedenti) sull'argomento. Il libro 'La Malattia di Alzheimer nell'ambulatorio di Neurologia delle cure primarie: approfondimenti pratici sulla diagnosi precoce e sulle nuove strategie di trattamento' (Pl Print, 95 pagine, 18 euro), Barbato - attualmente impegnato nel Distretto 41 dell'Asl Napoli 2 Nord dopo anni di lavoro nell'Asl Napoli 1 Centro - è dedicato alla patologia dalle prime alterazioni che compaiono nel cervello quando i pazienti sono ancora asintomatici per poi arrivare ai sintomi della malattia fino alla demenza nei suoi diversi stadi. "La figura specialistica per la diagnosi - spiega Barbato, neurologo delle cure primarie dal 1991 - resta di cruciale importanza se si vuole avere una diagnosi fine e più precoce possibile. In questo quadro decisiva è l'attività sul territorio". Nel lavoro lo specialista mette in rilievo che "a distanza di tanti anni dalla identificazione dell'Alzheimer la diagnosi spesso viene fatta oltre un tempo cosiddetto ragionevole. Arrivare ad una diagnosi precoce comporta certamente dei vantaggi". Ad esempio, prendere decisioni importanti di tipo lavorativo e finanziario e pianificarle in anticipo oppure discutere di responsabilità familiari o, ancora, fare cambiamenti nella gestione della propria condizione medica. A disposizione ci sono diversi farmaci sintomatici con i quali si cerca "di ottimizzare il funzionamento giornaliero del soggetto". Il Sistema sanitario nazionale prevede, inoltre, la presenza sul territorio di Centri per la prevenzione, la diagnosi e la cura dei disordini cognitivi e le demenze (Cdcd) nei quali il neurologo è affiancato dallo psicologo del neurocognitivo e dal geriatra.
    "Molti di questi Centri - afferma Barbato - lamentano lacune sia infrastrutturali che organizzative; si registra l'assenza di una o più figure professionali o la confusione dei ruoli di quelle presenti con il risultato che sono evidenziati dati che indicano una sottostima o, peggio ancora, una diagnosi errata".
    Negli ultimi anni, mette in rilievo lo specialista, "la diagnosi di Malattia di Alzheimer si sta spostando sempre più da una diagnosi basata sul modo con cui si presentano i sintomi clinici verso una basata su marcatori biologici; ad esempio, la iperglicemia per il diabete o l'iperuricemia per la gotta cosi come l'amiloide e la tau lo sono per la Malattia di Alzheimer. I biomarcatori comprendono la PET-amiloide, i biomarcatori del liquor e quelli plasmatici che seguono il percorso di accumulo della beta-amiloide e della tau. Il risultato alterato di questi biomarcatori è sufficiente per stabilire la diagnosi e per iniziare un eventuale trattamento. Il trattamento con il lecanemab, il farmaco recentemente approvato per l'Alzheimer, richiede la conferma della patologia amiloide che attualmente viene ottenuta utilizzando scansioni PET-amiloide o l'analisi del liquor. Recenti scoperte suggeriscono che i biomarcatori plasmatici potrebbero avere caratteristiche prestazionali equivalenti ai test del liquor". In realtà, il 'sogno' per chi opera nell'ambito delle cure primarie, è quello di saltare il test del liquor e la PET e far effettuare gli esami del sangue come primo screening. Conclude Barbato: "Si stanno compiendo grossi passi in avanti proprio in questa direzione. Se attualmente i biomarcatori del liquor sono quelli in auge per la diagnosi di Alzheimer, ben presto sarà la volta dei biomarcatori del sangue".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza