Promossa dall'Istituto Italiano di Cultura di Tunisi, in collaborazione con l'Ambasciata d'Italia e l'Institut National du Patrimoine, l'esposizione vuole raccontare, attraverso la fotografia contemporanea, la ricca eredità culturale condivisa tra Italia e Tunisia. Curata da Filippo Maggia, tra i maggiori esperti italiani di fotografia contemporanea, la mostra presenta i lavori di quattro fotografi di fama internazionale, Claudio Gobbi, Tommaso Fiscaletti, Giovanna Silva e Souad Mani, chiamati a documentare con linguaggi visivi diversi la presenza culturale italiana nel Paese maghrebino.
Il titolo, Daccourdou ([dak.kurˈdu]), deriva da un'espressione dell'arabo tunisino di origine italiana, e richiama la lunga e stratificata storia di scambi e contaminazioni tra le due sponde del Mediterraneo, evidente anche nel lessico quotidiano tunisino. Il percorso espositivo si articola in quattro sezioni: i siti archeologici tunisini e le missioni archeologiche congiunte italo-tunisine in Tunisia, attive da oltre sessant'anni; l'architettura italiana a Tunisi, con edifici progettati da architetti italiani nel primo Novecento; la cooperazione commerciale e i legami umani tra i due Paesi e infine la memoria storica della presenza italiana in Tunisia nella prima metà del Novecento.
La mostra è realizzata grazie al sostegno della Direzione generale Creatività contemporanea del Ministero della Cultura, nell'ambito dell'Avviso pubblico per la promozione della fotografia contemporanea italiana all'estero, ed è accompagnata da un catalogo, supervisionato dal Filippo Maggia, pubblicato da Silvana Editoriale. Tra i sostenitori dell'iniziativa figurano Bisazza Mosaico, Elleti Group, la ong WeWorld, con la collaborazione del Museo del Bardo e dell'Institut National du Patrimoine.
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