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In evidenza
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Temi caldi
In collaborazione con MAXXI
(di Marzia Apice)
Le principali sfide ambientali del
nostro tempo - il cambiamento climatico, l'inquinamento
dell'aria, del suolo e delle acque, la perdita della
biodiversità e la necessità di una maggiore consapevolezza
ecologica - intercettate e "tradotte" dall'arte, per far
comprendere a tutti che la salvaguardia del Pianeta dipende
dalle scelte che compiamo oggi. Si sviluppa come un labirinto
concettuale, in cui il pubblico è immerso in un flusso visivo e
sensoriale che richiama la potenza degli elementi naturali, la
mostra internazionale MAMA "Madre Natura", in programma al Maxxi
di Roma dal 30 aprile al 14 maggio.
Progetto artistico itinerante di respiro globale, tra le
principali iniziative culturali della 29° sessione della
Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni
Unite sui Cambiamenti Climatici (COP29), l'esposizione sarà
inaugurata nella Capitale il 29 aprile alla presenza di Leyla
Aliyeva, vicepresidente della Fondazione Heydar Aliyev e
fondatrice dell'Unione Pubblica IDEA (International Dialogue for
Environmental Action), promotrice dell'evento. "Madre Natura"
chiama a raccolta 55 artisti provenienti da 28 Paesi, per un
totale di 127 opere, tra installazioni digitali, dipinti,
grafiche e sculture, tutte accomunate da un messaggio forte:
proteggere il pianeta per le generazioni future.
Ad aprire il percorso "Il Sacro Graal della Vita" di Leyla
Aliyeva, installazione, visibile tramite monitor, che
rappresenta un universo liquido, in cui l'acqua diventa specchio
e simbolo della ciclicità della vita e il visitatore si ritrova
a camminare su una superficie ondulata che riflette luci e
immagini. Il rapporto tra scienza e natura è al centro del
trittico pittorico "Generated Generation" firmato dall'artista
azero Farid Rasulov, che raffigura un laboratorio futuristico in
cui nuove specie vegetali emergono da provette sperimentali,
suscitando interrogativi sulla bioingegneria e la manipolazione
genetica. "Protector", dell'artista uzbeka Sayora Muin, affronta
invece il tema della crisi idrica globale: una figura femminile
in juta rilascia barchette di carta su onde di sabbia, evocando
la desolazione del Mar d'Aral e di altri specchi d'acqua ormai
scomparsi. E ancora il dipinto "I can fly" dell'artista serba
Gala Chakiu, con una giovane donna i cui capelli si trasformano
in vento, fino alla tela del pittore azero Butunay Hagverdiyev
in chiusura del percorso, che con la serie "Absheron Bungalows"
ritrae paesaggi sospesi tra passato e futuro, in cui
l'architettura precaria delle spiagge dell'Absheron diventa
metafora dell'incertezza del rapporto tra uomo e natura.
"Da sempre l'arte è in grado di intercettare i fenomeni sociali
e di dar loro voce in modi inaspettati. Oggi più che mai,
abbiamo bisogno che l'arte ci aiuti a vedere con chiarezza le
conseguenze delle nostre azioni sull'ambiente. MAMA Madre Natura
vuole essere un'occasione per riflettere su quanto siamo
profondamente connessi alla natura e su quanto sia essenziale
rispettarla", ha affermato Leyla Aliyeva, "dobbiamo iniziare con
piccoli gesti quotidiani: risparmiare acqua, ridurre il consumo
di plastica, proteggere gli animali. Anche la più piccola
goccia, insieme alle altre, può diventare un fiume".
L'esposizione, a cura di Emin Mammadov, in Italia è stata
organizzata da Tommaso Venco, in collaborazione con l'Ambasciata
dell'Azerbaijan.
In collaborazione con MAXXI
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