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Armi non denunciate in caserma, poliziotto prosciolto a Torino

Armi non denunciate in caserma, poliziotto prosciolto a Torino

Insieme alla convivente. Oblazione per le munizioni

TORINO, 28 aprile 2025, 16:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Non punibile per "particolare tenuità del fatto". E' terminato così oggi in tribunale a Torino il processo a un agente del reparto mobile della polizia che custodiva una pistola e due carabine nel suo alloggiamento in caserma. Le armi gli erano state consegnate dalla convivente, che a sua volta le aveva ereditate nel 1998 alla morte del padre, perché non restassero in casa. Anche la donna è stata prosciolta con la medesima formula.
    Il pm Giovanni Caspani procedeva per la violazione di una legge del 1967 in quanto lo spostamento del materiale non era stato segnalato dalle autorità competenti. Per il poliziotto erano stati chiesti sei mesi di reclusione, per la donna cinque mesi e venti giorni. "La sentenza - commenta uno degli difensori, l'avvocata Mariangela Melliti - riconduce la vicenda alla sua giusta dimensione. Quelle armi erano dei semplici cimeli di famiglia". Secondo le prime indicazioni è probabile che la procura ricorrerà in appello.
    Il caso emerse nell'autunno dello scorso anno durante una perquisizione disposta nel corso di un'inchiesta su dei poliziotti che svolgevano un secondo lavoro come decoratori e artigiani utilizzando un furgone di servizio. Oltre alle armi furono trovate delle munizioni e, per questa circostanza, oltre alla coppia sono stati indagati altri due agenti: tutti e quattro, oggi, hanno chiesto - con il consenso del pm - di uscire dal procedimento versando 185 euro a titolo di oblazione.
    Tutte le persone chiamate in causa hanno rinunciato a chiedere il dissequestro dei materiali, che ora sono stati confiscati e destinati alla direzione di artiglieria.
   

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