Un'unica partita Iva operava per
conto di 1.385 soggetti nel settore dell'e-commerce. L'anomalia
è stata intercettata dai militari della Guardia di Finanza del
comando provinciale di Varese che ne ha chiesto, e ottenuto, la
chiusura. La partita Iva 'fantasma' era intestata a un cittadino
di nazionalità cinese con precedenti per sfruttamento e
favoreggiamento della prostituzione.
La realtà che non aveva garanzie: dagli accertamenti dei
finanzieri è infatti emersa una dichiarazione dei redditi con un
volume dei ricavi irrisorio oltre all'assenza di pagamento di
tributi e di qualsiasi bene o contratto intestato.
I militari delle Fiamme Gialle, con la chiusura della partita
Iva, hanno agito per prevenire evasione fiscale e possibili
frodi. "Con l'attività di polizia economico-finanziaria odierna,
oltre 1.300 'scatole cinesi' vuote sono state rese
inutilizzabili per frodi fiscali e commerciali in danno
rispettivamente all'erario e ai negozi di quartiere nei centri
urbani del territorio", commenta il generale Crescenzo
Sciaraffa, comandante provinciale della Gdf varesina.
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