Autopsia e esami dei telefoni cellulari. Sono i due accertamenti, cruciali, da cui gli investigatori di carabinieri e Procura di Bologna attendono risposte per chiarire le cause e il contesto della morte di Eddine Bader Essefi, il 19enne di origine tunisina deceduto la sera del 25 aprile all'ospedale Maggiore dopo essere caduto in strada, in via Colombi, nella zona periferica della Barca. Per omicidio preterintenzionale sono indagati a piede libero due trentenni, un italiano e un nordafricano, le due persone che hanno avuto contatti con la vittima e che secondo alcune testimonianze lo avrebbero aggredito e picchiato, provocandone la caduta.
L'esame medico legale sarà conferito domattina, dal pm Andrea De Feis. I difensori degli indagati, avvocati Roberto D'Errico e Luciano Bertoluzza, potranno nominare consulenti di parte. E' stata fatta anche la copia forense dei cellulari, per ricostruire eventuali contatti precedenti l'incontro, avvenuto intorno alle 22. Ancora i due non sono stati interrogati. Da quello che era stato ricostruito nell'immediatezza sembrava che tutto fosse nato da una lite banale, per un urto in strada, con la vittima che forse era alticcia. La giovane fidanzata di Essefi ha riferito di aver sentito la frase "togli i soldi", pronunciata dal 19enne, ma di non essere in grado di decifrarne il significato. Pare che conoscesse gli altri due solo di vista, ma anche su questo saranno necessari maggiori approfondimenti.
La ragazza ha assistito solo alla prima parte della lite, sotto il portico del 'Treno', ma quando Eddine Bader è fuggito verso via Colombi non lo ha subito seguito. Ha spiegato di averlo visto poco dopo, steso sull'asfalto, già privo di sensi. E' rimasto chiuso anche oggi, per lutto, il ristorante ManicarettiBo in via Saragozza dove il ragazzo lavorava come aiuto cuoco. Era arrivato cinque anni fa a Bologna dalla Tunisia, come migrante minore non accompagnato. Da qualche tempo stava lavorando, era molto apprezzato dai gestori e aveva inviato soldi a casa, per aiutare una sorella.
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