(v. 'Comunali: a Bisegna più aspiranti...' delle 15.07)
"Un comportamento scorretto
permesso da una legislazione che non ha alcuna giustificazione".
Così l'ex parlamentare Gianni Melilla commenta il ricorso, da
parte di agenti di polizia penitenziaria, all'aspettativa
retribuita ottenuta grazie alla presentazione della candidatura
in una lista elettorale.
Una pratica che ha portato a situazioni paradossali, come il
caso del Comune di Bisegna (L'Aquila), dove per 212 residenti
sono state presentate ben 25 liste, 21 delle quali composte
interamente da agenti penitenziari.
"E' necessario modificare subito la legge - sottolinea
Melilla -. Da parlamentare ci provai presentando una proposta di
legge per abolire questo privilegio e anche emendamenti alla
legge di stabilità per accelerare il cambiamento normativo. Ma,
pur essendo del tutto comprensibile, questa iniziativa non fu
mai accolta. Personalmente non ho mai capito il motivo di questa
complicità politica con una norma assurda".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA